Una preparazione meticolosa, un gioco con regole ferree.
Prima i capelli: lucidi, pettinati, così tirati all'indietro da fare quasi male.
Poi il trucco: il fondotinta maschera le piccole imperfezioni, un po' di mascara per allungare le ciglia, un minimo di lucidalabbra, una tinta neutra come piace a te.
L'abito: scuro, possibilmente nero, suggerisce ma non grida, snellisce la figura e trasmette sia sobrietà che trasgressione.
Infine i tacchi, per slanciare la gamba, far sembrare i glutei più sodi, elevarsi ad altezze nuove.
Gesti misurati, dettati dall'esperienza e dalla vanità.
Ecco, se hai finito però adesso dovrei usarlo io lo specchio del bagno.
sabato 31 luglio 2010
venerdì 30 luglio 2010
il consiglio di Gabinetto
te l'ho già spiegato, testone, che non è quando al cesso mi suggerisci di toccarmi spesso, dopo che ti ho pisciato addosso.
giovedì 29 luglio 2010
Grandi Opere
Le dita scorrono lascive tra i peli ispidi, duri, brunastri. Coi polpastrelli sento la tua pelle morbida, un po' grinzosa. Mugoli di piacere mentre indugio sulle piccole cicatrici nascoste, dove bisturi e tecnologia hanno contribuito a tenere in vita ciò che la natura voleva morto. All'improvviso, tocco la tua carne glabra, turgida, più imponente di quanto mi aspettassi. La stringo tra le unghie, strappandoti un grido di sorpresa e dolore.
Vè che c'hai proprio le orecchie grandi.
Vè che c'hai proprio le orecchie grandi.
Amorinvidia
Prendimi. Sono qui, per te, disponibile, vogliosa di compiacerti, aperta a tutti i tuoi desideri, china sul tuo capriccio incostante, sottoposta ai tuoi umori come se domani ci fossero le elezioni, fiduciosa nella tua benevolenza come una Camera in primavera. Quindi, capirai che sia un po' infastidita, se quella che ti dà pubblicamente dello stronzo ha trecentomila euro al mese e io due dita negli occhi.
Grazia, Graziella e Grazioli
Un gioco di sguardi tra noi. L'intrigo della seduzione, mentre tu canti Maruzzella noi ci studiamo, sinuose ed eleganti nell'abitino nero, il poco trucco quasi invisibile alla luce soffusa delle lampade nel caldo autunno romano. Ci vuoi tutte, insieme, e noi siamo pronte a soddisfare la tua fame atavica e sfrontata.
Ma se quella pensa di tenersi su le unghie finte per ravanarmela le sdrumo la faccia col telegatto.
Ma se quella pensa di tenersi su le unghie finte per ravanarmela le sdrumo la faccia col telegatto.
secondi Fini
Pensasti che in tre si poteva fare, volevi condividere ed imperare, ma dovevi capire, dovevi sapere, non potevi non sapere che se ti tolgono la lingua dal culo dopo non li puoi baciare più.
Semplicità, raffinatezza e complicità
Questa pizza che mi depositi sul ventre prima di assaporarmi avido, questo champagne con cui irrori i nostri corpi, sette anni per concorso in associazione mafiosa.
Certosina.
Il vulcano erutta in sincrono col nostro piacere, mi perdo nel labirinto della voluttà, come un saguaro raro vedo il tuo desiderio stagliarsi all'orizzonte.
Fan sempre duemila euro, no le tue farfalline del cazzo.
Menomale
Tu. Io. Quella pompetta fredda, meccanica, razionale tra noi. Il tuo turgore artificiale, l'intimità dell'uomo macchina. Il nostro sesso come metafora della modernità, la tua voglia made in Taiwan: mi prendi e d'un tratto sono delocalizzata.
Se non mi fai almeno sottosegretario te lo mordo.
Se non mi fai almeno sottosegretario te lo mordo.
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